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Perché si dice Vittoria di Pirro? Significato e storia

Sentiamo spesso dire di qualcosa “è stata una vittoria di Pirro”, si tratta di un modo di dire molto conosciuto.

Dell’espressione una vittoria di Pirro il significato lo sappiamo. Wikipedia ne da una definizione piuttosto chiara e concisa:

Una vittoria di Pirro o vittoria pirrica è una battaglia vinta a un prezzo troppo alto per il vincitore, tanto da far sì che la stessa scelta di scendere in battaglia, nonostante l’esito vittorioso, conduca alla sconfitta finale.

Wikipedia – Vittoria di Pirro

Si tratta quindi di una vittoria a metà, una vittoria che è vittoria solo in apparenza, e che in fondo non è poi così positiva come sembra.

Esempi di vittoria di Pirro

Il modo di dire Vittoria di Pirro può essere usato in ogni occasione in cui il costo della vittoria è talmente alto da rendere non conveniente l’aver combattuto.

Possiamo pensare ad esempio una situazione in cui in una partita di calcio una squadra vinca la partita ma per vincere riporti una quantità di infortunati, espulsi o squalificati che nel pregiudichino la vittoria nelle partite successive.

In ambito scolastico/accademico potremmo pensare ad una vittoria di Pirro se ad esempio ci impegnassimo al massimo per superare una prova di un esame, ma il fatto di esserci impegnati così tanto pregiudicasse il superamento della prova successiva.

Storia

Ma chi è Pirro? e cosa ha fatto per diventare simbolo di vittoria non vittoria?

Pirro fu il re dell’Epiro, una regione che si trovava fra Grecia e Albania, vissuto fra il 318 e il 272 a.C. e grande comandante militare.

Pirro vantava una parentela con Alessandro Magno, del quale avrebbe voluto emularne le gesta.

Questo abile comandante militare fu protagonista di numerose campagne militari, ma quella più conosciuta è certamente quella nell’Italia meridionale. Furono proprio le battaglie di questa campagna a porre la storia su cui si basa il modo di dire vittoria di Pirro.

Durante questa campagna Pirro condusse il proprio esercito per frenare l’espansionismo romano nell’Italia meridionale. L’esercito del comandante balcanico era forte e preparato, persino dotato degli elefanti indiani, animali che i romani non conoscevano e quindi temevano.

Data la sua forte preparazione militare, Pirro vinse due battaglie a Eraclea e Ascoli Satriano. Le forti perdite umane riportate però indebolirono l’esercito del comandante, senza però indebolire la macchina militare romana.

Pirro infatti, aveva un certo numero di militari, e non aveva la possibilità di attingere a nuove truppe. Al contrario i romani, nonostante le perdite, potevano ricostruire l’esercito ogni volta convocando nuove truppe. Di battaglia in battaglia quindi, Pirro vinse formalmente, ma la quantità di uomini persi in ogni scontro era troppo grande.

Si dice che Pirro, dopo la battaglia di Ascoli Satriano abbia esclamato:

Un’altra vittoria come questa e me ne torno in Epiro senza più nemmeno un soldato!

Proprio da questa frase possiamo capire come si sia sviluppato il modo di dire Vittoria di Pirro.

Il re dell’Epiro vinse quindi le battaglie, ma nonostante questo le sue truppe si indebolirono e non gli permisero di continuare la campagna se non con l’aiuto di alcune città siciliane.

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